EAN 9788837221034
GEORGES BERNANOS (1888-1948), romanziere di ispirazione cattolica e saggista di fama mondiale, le cui opere sono tradotte in italiano, scrisse i Dialoghi delle Carmelitane in Tunisia negli ultimi mesi della vita. Questopera fu concepita come «dialoghi», appunto, per un film, sceneggiato già dal p. Raymond Bruckberger, e impostato sulla rielaborazione in romanzo di una vicenda storica della Rivoluzione francese, compiuta da Gertrud von Le Fort in Lultima al patibolo. Il fatto è il martirio di sedici Carmelitane arrestate, processate, e infine ghigliottinate il 17 luglio 1794. Gertrud von Le Fort non poteva trovare un interprete più sensibile allangoscioso dramma delle sue eroine. Il panico dellagonia, la paura di non poter restare fedeli alla consegna fino alla fine, sono questi i sentimenti che hanno ispirato più duna delle indimenticabili creature del romanziere francese. Nella paura di Bianca de La Force, la protagonista umanamente fragile di tutto il dramma, Bernanos alla vigilia del suo estremo congedo terreno individuò certo la sua stessa paura. Quale sarà il nostro volto di fronte a quello tenebroso della morte? Varrà a vanificare forse limpegno coraggioso di unintera vita? Così nei Dialoghi lautore affronta gli angosciosi interrogativi delle sedici martiri con la disperata passione del credente che cerca una luce di speranza, la via della salvezza. (17a edizione)
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15,00 €→ 14,25 € -
16,00 €→ 15,20 € -
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12,00 €→ 11,40 € -
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Antonio Saccomanno il 13 febbraio 2011 alle 19:28 ha scritto:
Interessante e stupendo romanzo, con tutta le bravura e l'enfasi letteraria di Bernanos.
Umberto Masperi il 29 settembre 2014 alle 07:15 ha scritto:
Il nome di Bernanos è quasi “sconosciuto” ai nostri giorni, non viene “citato”, ed ancor meno è occasione di riflessione su temi forti di natura religiosa o di fede; ricordo solo l’occasione, anni fa, da parte di Enzo Biagi in una puntata della sua rubrica televisiva, commenti su attualità, ” Il Fatto “ che concludeva, nel suo stile di frasi ad effetto, ricordando quella , celeberrima, alla fine del “Diario di un curato di campagna”, pronunciata dal parroco di Ambricour che va a morire nella casa del prete spretato, amico, compagno di seminario, da cui si confessa: “Tutto è grazia” (anche se è frase di Santa Teresa del Bambin Gesù).
EPPURE negli anni dopo la sua morte (1948), cinquanta-sessanta del secolo scorso, gli scritti di Bernanos erano letti e citati, almeno negli ambienti cattolici o da preti e parroci nelle loro prediche.
Ma se desideriamo essere, noi, “altri” rispetto a questi nostri tempi, possiamo cogliere l’occasione di iniziare leggendo i “Dialoghi delle Carmelitane”. Forse capiremo anche come certi registi, da Bresson a Bruckberger a Philippe Agostini, avessero a cuore film di alto livello (per contenuto; oggi i contenuti non sono prevalentemente banalità, volgarità, violenza, horror, catastrofi … per cui occorre puntare su effetti speciali, sempre più speciali, che stordiscono e drogano l’immaginazione degli spettatori…per fare incassi con cifre da sei zeri in su ?).
• Realtà storica, questa sì, di tutti i tempi: lo scatenarsi della violenza contro persone di chiesa ed il dramma del martirio con l’effusione del sangue. Queste umili suore schiacciate dalla Rivoluzione Francese (studiamola, pur nella sua grande, epocale, importanza storica: dalla Costituzione civile del clero alla scristianizzazione, al Terrore; ancor oggi quante semplici suore - ma non solo loro - vengono martirizzate in alcuni paesi ( ad es. del continente africano, ma non solo di questo).
** I temi su cui ci stimola a riflettere quest’opera sono diversi (e quindi non riguarda solo le … suore!): la PAURA che caratterizza la personalità della nobile fanciulla Bianca De La Force, che decide di entrare in convento; il continuo confrontarsi sul tema della MORTE ; la ripetuta riflessione-interrogazione sul problema del MARTIRIO per chi ha consacrato e donato la sua VITA al Signore; il gestire le tensioni di chi vive la vita di COMUNITA’, nell’obbedienza ma anche nel far presente i propri orientamenti e convinzioni su alcuni aspetti della quotidianità…
*** Subito siamo attratti, a partire dal “Primo quadro”, dalla protagonista (Bianca) che poi seguiamo con l’ entrata in convento. Ma sono PROTAGONISTE non meno importanti le altre suore, con il proprio carattere (individualità e coralità coesistono senza che l’una prevalga sull’altra). Bernanos ha la mano leggera, non insiste sul dramma interiore (forse lascia al lettore l’impegno di riflettere) limitandosi a semplici affermazioni (scelgo come esempio il colloquio del fratello, il “cavaliere”, che fa visita alla sorella Bianca, mettendola di fronte al di lei dovere di assistere il padre, rimasto solo quando la furia rivoluzionaria ha disperso i nobili contro cui si è scatenata: ”Se ho ben inteso, questa nuova nascita (NB:quando ha preso il velo) vi deve far libera di fronte a colui al quale (NB:il padre) dovete la prima? Oh!Bianca,basta con le vane sottigliezze!Pensate che i nostri parenti ed amici sono ora dispersi:nessuno,qui,si oppone a che andiate a raggiungere nostro padre. Egli ormai può solo contare su di voi.”)
Nella parte finale si ha l’impressione di rimanere un po’ delusi: Bianca sembra scomparire (anche se è ridotta a ‘serva’, per sottrarsi all’arresto, però ormai avrebbe salva la vita, mentre le compagne suore, in prigione, si preparano a rimanere fedeli al voto di martirio che hanno fatto). Ma l’autore ha creato, così, la giusta tensione per prepararci al NUOVO INCONTRO con Bianca, dopo che sul palco della ghigliottina si spengono, ad una ad una, le voci delle suore che vi salgono…
” Ma in quell’istante … s’alza una nuova voce,più nitida … Il suo volto… Deo Patri sit gloria …
^^^ - L’ho aggiunto io a matita, di lato, “TOUT EST GRâCE”.
-- La “forza” delle antiche eroine della Bibbia ( … De La Force).