Citazione spirituale

La donna cristiana secondo l'insegnamento della tradizione apostolica

di

Tessore Dag


Copertina di 'La donna cristiana secondo l'insegnamento della tradizione apostolica'
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EAN 9788895177137

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Descrizione
Tipo Libro Titolo La donna cristiana secondo l'insegnamento della tradizione apostolica Autore Editore Il Leone Verde EAN 9788895177137 Pagine 460 Data 2007 Collana Lumina mundi
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, silvanaziviani@tiscali.it il 26 giugno 2008 alle 16:03 ha scritto:

Scrivo a proposito del libro "La Donna Cristiana" di Dag Tessore. È un libro che ho letto integralmente, invogliata dall'introduzione e dal primo capitolo. Dopo la prima reazione di critica e rifiuto, mi sono accorta che proprio queste reazioni mi hanno portato ad approfondire il perché di questo mio atteggiamento.
Sono una che negli anni '70 ha fondato in una piccola città di provincia l'AIED, e il consultorio familiare per la protezione della donna maltrattata in famiglia, che ha fatto le campagne per il divorzio e l'aborto, che ha occupato la Casa della Donna a Roma; insomma sono una che credeva di poter lottare per i "diritti" sacrosanti della donna, senza altro supporto che il diritto stesso, contro l'impero del "maschio sopraffattore". Ora dopo tanti anni, dopo lunghi soggiorni in Asia, dopo un divorzio e il confronto con la legge per avere mio figlio, ho scoperto per caso che oggi una donna, per poter avere il famoso diritto liberatorio al lavoro, deve firmare una carta in cui rinuncia ad avere figli, ad essere pienamente donna. Ho trovato che il diritto della donna si riduce a competere accanitamente con il maschio per poter lavorare, per poter alzarsi presto la mattina, incanalarsi nel traffico, mollare i figli in un centro raccolta infanti che tali sono gli asili, abbrutirsi nella ripetitività magari come cassiera per ore in un supermarket, tornare a casa e prendersela con i bambini, la baby sitter, il marito, a causa dell'eccessivo stress e soprattutto della terribile frustrazione di vedere la propria vita naufragare in un mare di superficialità a cui si dà il nome di integrazione, di desideri inappagati perché più desideri materiali si hanno più si è alla ricerca del prossimo desiderio, con la sola aspirazione a non pensare più, ad abdicare completamente alla propria mente razionale, dando così ragione ai maschilisti che dicono che la donna è poco razionale. Per quanto riguarda la famosa e tanto ricercata "parità" con l'uomo, questa si riduce a vestirsi unisex mettendo bene in mostra sedere, pancia e seno, in modo da sottolineare che si è veramente donne. Basta questo veramente per controbilanciare la totale abdicazione alla nostra femminilità più profonda? O, seguendo la moda imposta dalla TV, non si diventa forse veri "oggetti sessuali", da usare e gettare, non si diventa consumatori di sesso vedendo nei figli un "by product" chimico, una manipolazione ormonale? Si vive terrorizzati dalla malattia, dalla vecchiaia alla morte non ci si pensa: porta jella, si combatte contro la natura in un disperato sforzo di fuga. Forse una donna cristiana riconoscerebbe in tutto questo l'Inferno, la punizione di Dio. Ma noi ci consideriamo laiche, emancipate, non c'è più posto per qualcosa che non sia materiale, perituro.
Questo libro mi ha fatto pensare a tutto questo, mi ha fatto scandagliare con onestà alla ricerca del vero significato di quelle parole di cui ci riempivamo la bocca sfilando per la città e che ora vengono ripetute come mantra, come frasi senza senso, ma che fanno tanto "tendenza moderna": libertà, diritti, parità, ecc. Ma abbiamo dimenticato onestà, approfondimento, significato, moralità parola che ha ora una connotazione negativa e soprattutto "spiritualità", quella qualità umana che veramente ci rende simili a Dio. Siamo laici e ne andiamo fieri, non abbiamo più un Dio, ma poi adoriamo la ricchezza, facciamo idoli dei beni materiali, innalziamo sull'altare i "divi" sportivi, televisivi, cinematografici.
Ecco, mentre leggo questo libro "La donna cristiana", malgrado la continua reazione di rifiuto condizionato che provo a certe asserzioni d'altronde tutte sostenute da citazioni della Bibbia e dei Padri vedo come sia scomodo per me scavare oltre la superficie, mettermi in contatto con il significato profondo del mio essere donna, vedo come sia più facile seguire la corrente della mente comune di seconda mano e ripetere all'infinito slogan magici, santificati dall'opinione generale.
Per mia esperienza personale ho scoperto che, solo vedendo chiaramente la situazione reale, solo ammettendola con onestà, solo accettandola come un dato di fatto, posso sperare di risalire alle cause che l'hanno prodotta o, alternativamente, accettarla integralmente come inviata da Dio se si parla di donne credenti, cristiane. Questo libro mi ha fatto pensare che forse la parola libertà può avere la connotazione proprio di "libertà da questa mente condizionata", in modo da poter accettare sia la propria limitatezza che quella degli altri, senza ergersi a giudici di nessuno.
Posso non essere d'accordo su quello che il Tessore dice di suo nel libro, ma posso anche non essere sua nemica e antagonista, tacciandolo delle cose peggiori. Prendo la responsabilità della mia reazione, che può essere giusta solo se consapevole e pensata attraverso quello strumento magico e supremo che è la nostra mente.
- Silvana Ziviani